Affrontare la crisi – 1 – Riapprendere a “stare”

PREMESSA:

Questo articolo è il primo di una serie di editoriali con cui desideriamo dare il nostro contributo al mondo del lavoro, per aiutarlo a superare le difficoltà connesse all’emergenza coronavirus. 

Come ogni crisi, questo momento mette alla prova le nostre capacità di affrontare l’imprevisto e il cambiamento e ci impone di attivare tutte quelle risorse personali grazie alle quali saremo in grado di superare e, vogliamo crederlo, fare tesoro di questa crisi.


ABSTRACT

Imprenditori, professionisti e manager si trovano in questi giorni di fronte ad un ostacolo importante ed imprevisto sul proprio percorso. Per fronteggiare questo momento e affrontarlo in maniera positiva, è innanzitutto importante saper “stare nel vuoto”, ovvero avere la capacità di connettersi con le sensazioni, emozioni e pensieri che ci attraversano quando non siamo più occupati dalla frenesia quotidiana. 

All’inizio, è normale ed inevitabile un senso di disorientamento. Autorizzarsi a provare questa sensazione è il primo passo per riprendere in mano il proprio potere personale.


RESILIENZA: LA FORZA DI SOSTENERE, INDIRIZZARE, RINNOVARE

Mentre l’epidemia coronavirus si sta diffondendo, lo stato di emergenza ci rende impossibile  portare avanti l’attività nel modo in cui eravamo abituati a fare fino a ieri. 

Nel frattempo, un clima di incertezza, preoccupazione e sfiducia attiva e alimenta il nostro sistema di sopravvivenza ancestrale. Come ci ricorda Anna Oliverio Ferraris (1), i connessi rilasci ormonali non facilitano la chiarezza del pensiero e possiamo ritrovarci intrappolati in un focus ossessivo rivolto a un nemico invisibile che sembra persistere in un orizzonte temporale non definito. 

Ecco che noi coach, mentre ci troviamo ad accogliere la comprensibile agitazione e preoccupazione dei nostri clienti (e non solo), sentiamo ancora più intensamente il senso della nostra professione, che consiste nell’accompagnare coloro che si rivolgono a noi proprio nei momenti turbolenti. Mai come oggi, ci vengono in aiuto le risorse personali collegate alla resilienza, in modo da poter rientrare nel dominio di noi stessi e poter agire consapevolmente e responsabilmente: 

– essere capaci di sostenere le sensazioni ed emozioni che emergono,

– riconoscere e accettare l’esistenza dei pensieri negativi e intenzionalmente riportare il focus su quelli positivi, 

– attivare la creatività per rinnovare l’idea di sé e della propria attività.

IL DISORIENTAMENTO DAVANTI AL (APPARENTE) VUOTO

“..non men che saver, dubbiar m’aggrata”
Dante

Saper andare in “stop mode”.
Il momento attuale ci obbliga a fermarci. Imprenditori, professionisti e manager abituati a seguire una programmazione incalzante, si trovano costretti non soltanto a rallentare il lavoro, ma anche a fare i conti con una prestazione al di sotto delle aspettative. 

Questo sta accadendo oggi a livello sociale, coinvolgendo contemporaneamente più aspetti del settore produttivo. Tuttavia, in molti potrebbero aver già sperimentato in passato situazioni di stallo e crisi determinate da cause diverse: per questo, per i leader èimportante essere allenati a fronteggiare l’ignoto. Mai come oggi, appare chiaro che siamo immersi nel VUCA, l’ambiente volatile, incerto, complesso e ambiguo. Di fatto, che sia una vicissitudine personale come quella accaduta alla Sigourney Weaver di “Una donna in carriera”, costretta a letto dopo una caduta sugli sci, che sia un cambiamento di una normativa che impatta una produzione o la chiusura del nostro cliente numero uno, ogni imprenditore, manager e professionista, prima o poi si trova a fronteggiare un imprevisto sul percorso critico immaginato in fase di pianificazione. Vero è, che anche il miglior pianificatore, non poteva aver previsto con sufficiente anticipo quello che sta accadendo oggi.

Un’emergenza di questa portata è una vera e propria crisi e, come tale, obbliga ad uscire dall’automatismo di schemi consolidati per crearne di nuovi. Ma ancor prima, per poter riuscire a far questo, occorre saper stare per qualche temponel senso di vuoto, inevitabile quando il cambiamento richiesto è così radicale.

È normale provare un iniziale senso di disorientamento.
Diciamocelo francamente, tutti quanti, prima di renderci conto e prendere in considerazione strade alternative, non facciamo che fissare il crollo della via in cui avevamo programmato di passare. In più la nostra mente si affolla di rabbia e paura, pensieri negativi, dubbi sulle nostre capacità, convinzioni negative sul futuro. 

Per questo, la prima cosa da fare per affrontare il disorientamento è reimparare a “stare”, ovvero saper mantenere il contatto con le sensazioni, emozioni e pensieri che ci attraversano quando non ci è più possibile tenerci occupati a fare qualcosa. La prima cosa da fare è darsi il permesso di sentirci come ci sentiamo. È comprensibile sentirsi impreparati, forse addirittura incapaci di affrontare quello che arriva. Lo è anche il blocco davanti all’incerto, così come la rabbia verso il destino o chissà quale altro colpevole (2). 

Autorizzati a provare per un po’ questo disorientamento, ricordandoti che la resilienza e l’autostima non sono in contrasto con la fragilità e la vulnerabilità che inevitabilmente contatterai.

Respira! E resta con sensazioni, pensieri ed emozioni. Bloccarle non aiuta, ma anzi dà loro ulteriore energia, che viene così tolta da una possibile azione consapevole e responsabile. Una volta che avrai dato spazio alle parti di te che, per esempio, ti invitano a considerare, con senso di realtà e per il tempo necessario, i rischi che la situazione presenta invece di negarla, o a domandarti se da solo sei in grado di affrontarla e con quali risorse, allora queste stesse parti si acquieteranno (3).

E TU, COSA PUOI FARE A PARTIRE DA ORA?

PER APPROFONDIMENTI

(1) Anna Oliverio Ferraris: “Psicologia della Paura”
(2) Roland D. Siegel: “Qui ed ora”
(3) Daniel J. Siegel: “La Mente Relazionale”

© Nova Pyramid Foundation (NL) – Paolo Iudicone