Affrontare la crisi – 2 – Fare il primo passo


ABSTRACT: 

Se c’è una cosa che ti separa dai tuoi obiettivi, questa è banalmente esitare a fare il primo passo.
Anche se nei nostri corsi insegniamo tecniche pratiche per la gestione del tempo che sono molto utili, la competenza su cui puntiamo di più è anche quella più utile per evitare la procrastinazione: la gestione emotiva.
Questa emergenza da Covid-19, se non altro, porta a galla convinzioni ed emozioni così forti riguardo alla tua capacità di “fare o non fare”, che non potrai più ignorarle!
Alla fine, ti propongo una maniera per reagire con successo.


“La procrastinazione è un problema
di regolazione delle emozioni,
non un problema di gestione del tempo”
Dott. Tim Pychyl

NON FARE PER NON SENTIRE

Premessa: noi coach abbiamo un vizio, pensiamo che dietro tutte le scelte apparentemente irrazionali ci sia un vantaggio nascosto. Tu lo sai che se oggi fai qualcosa per prendere delle contromisure rispetto alla crisi in corso, domani potrai ridurre gli impatti negativi o addirittura migliorare il tuo business. Ma… 

Ora, ti prego, non attivare il tuo censore interiore. No, il tuo vantaggio recondito non deriva dal fatto che stai assecondando la tua indole pigra o insicura. Come tutti noi, in realtà la cosa che ti risulta difficile, è gestire le emozioni negative. E questo perché, sia per natura sia per cultura, hai appreso a evitarle, invece di prenderle per quello che sono, ovvero messaggi. 

Come ci ricorda la dott.sa Sirois, «le persone si lasciano andare a questo circolo vizioso della procrastinazione cronica, a causa della mancanza di abilità a gestire le emozioni negative collegate a un compito»

Come insegniamo nei nostri corsi di Compresence®, l’auto-consapevolezza è alla base di questa abilità e si ottiene con la pratica dell’attenzione focalizzata sulle emozioni (mi do il tempo e lo spazio per sentirle) e la capacità di restare con quelle che appaiono (il che avviene essenzialmente non giudicandole). 

I PROBLEMI 

Se prendiamo l’equazione della procrastinazione proposta dal dott. Steel

capiamo che le emozioni che dobbiamo gestire quando parliamo di procrastinazione hanno a che fare con quattro fattori di cui tre sotto il nostro controllo.

Eccessivo focus sull’urgenza

Certe attività danno i loro risultati molto più in là rispetto a quello di altri compiti. Rispondere alla mail per risolvere un problema a un collega ci da immediatamente il sollievo di chiudere un task e il piacere di ricevere un feedback positivo. Invece, cosa per molti sorprendente quando insegnamo la matrice di Eisenhower, è che le attività strategiche, e su cui, con il linguaggio di Covey che l’ha resa famosa, le persone altamente efficaci mettono l’attenzione, si trovano nel quadrante del “non urgente – importante”. 

Bassa aspettativa

Qui entriamo in un campo molto più individuale. La ragione per cui non ti metti a lavoro è perché quello che ti aspetti dal tuo lavoro è un risultato insoddisfacente. Potrebbe dipendere dall’idea che hai delle tue capacità, oppure dalla convinzione che la situazione è del tutto tragica. In ogni caso, direbbe Henry Ford, sia che tu pensi di farcela o no, hai ragione! Le tue convinzioni sia avverano perché i tuoi comportamenti e risultati saranno in linea. Quali pensieri tragici ti passano per la testa? Saranno tipo “tutto questo è inutile”, “quello che so fare non basta”, o anche qualcosa di più specifico come “tutti i miei clienti chiuderanno”. Intanto prendi nota. 

Basso valore percepito

Il valore percepito di quello che fai ha due importanti risvolti. Il piacere di farlo, che potremmo chiamare “passione”, e il legame tra quello che fai ora e la persona che desideri essere domani, che potremmo chiamare “principio guida”. È ovvio, e ci sono decine di studi che lo dimostrano …se servisse, che tendiamo a fare cose divertenti piuttosto che cose utili. Tuttavia, se facciamo qualcosa dovrà pur esserci un motivo profondo. Se usi il metodo dei “5 why” di Toyota e trovi la ragione per la quale fai una cosa, e la ragione di quella ragione, e così via, fino a cinque perchè alla fine troverai il tuo principio guida. Individualo e nota se ti soddisfa o no. 

UNA SOLUZIONE 

Il metodo che ti propongo si chiama Metodo Merlin.
Come per magia, ci porta al momento dei risultati. Immagina di essere tra sei mesi. Cosa vorresti che fosse accaduto? Come questo ti fa sentire e soprattutto quali dei tuoi principi soddisfa (o, se ti risulta più facile, quali problemi ti risolve)? 

Bene, cosa hai fatto e ottenuto un mese prima? E un mese prima ancora? In definitiva, suddividi il tuo mega-obiettivo in piccoli compiti, in questo modo avrai il piacere di “spuntare la casella” e sentire di aver chiuso un’attività. In più, avendo fatto la riflessione sul valore, saprai che il piccolo passo ti sta avvicinando al grande risultato.

Quello che fai oggi è coerente con il risultato che vuoi? Quali altri cose potresti fare? Ce n’è qualcuna che ti diverte di più da cui iniziare?

UN BARLUME DI SPERANZA

In questo periodo in cui, per dirla con Covey, non c’è posto per l’urgente, non resta che dedicarci al non urgente. Quindi è un’ottima occasione per dedicarsi alle attività strategiche, ivi incluso del sano riposo, e alla revisione del tuo business, in modo da essere pronti per quello che succederà. 

E tu, su cosa vuoi mettere la tua attenzione: sul “non urgente – non importante”, ovvero il passatempo triviale, o su l’attività “urgente – importante”?  

Per approfondimenti

Piers Steel
Da domani non rimando più. Come smettere di rinviare le cose e iniziare a farle

Fuschia M Sirois, ‎Timothy A Pychyl
Procrastination, health, and well-being.

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